Ci sono ventidue nuovi posti sulla Terra riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità. A dire il vero sono lì da sempre – considerando il luoghi della natura – e da un bel po’ di tempo prendendo in esame quelli con valenza culturale. Ma da un paio di giorni, per la precisione dopo il trentasettesimo meeting del World Heritage Committee tenutosi in Cambogia dal 16 al 27 giugno scorsi, sono ufficialmente da curare, rispettare, valorizzare e perchè no, da visitare.
Delle nuove iscrizioni alla lista, quattordici sono siti di interesse culturale e cinque i “natural sites”. Per arrivare a ventidue vanno aggiunte tre estensioni. Le nuove bandierine dei luoghi eletti sventolano su: Qatar, Ucraina, Germania, Cina, Giappone, Iran, India, Niger, Corea, Fiji, Italia (con le Ville Medicee in Toscana e l’Etna – nella foto. La nostra Penisola, tra le altre cose, rimane in testa alla classifica, vantando quarantanove siti riconosciuti), Canada, Portogallo, Polonia, Messico, Namibia, Tagikistan e Kenya. Le candidature valutate quest’anno sono state trentadue.
L’elenco in ordine alfabetico (in inglese) comincia con la “A” di Al Zubarah in Qatar e si conclude con la “M” del Maloti Drakensberg Tranboundary World Heritage Site in Lesotho, Sud Africa.
Il viaggio fra le meraviglie della Terra ha dunque come prima tappa Al Zubarah, la fortezza sul mare in Qatar, centro commerciale fra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, fondata da mercanti del Kuwait e crocevia fra l’oceano Indiano, l’Arabia e l’Asia occidentale. Sa invece di Grecia, impero romano e bizantino la vecchia città di Cheronese Taurica sulla costa nord del Mar Nero. Tutt’altra ambientazione per il Bergpark Wilhelmshöhe, in Germania, con i suoi giardini e giochi d’acqua, mentre i terrazzamenti per la coltivazione del riso rosso nella provincia cinese dello Yunnan hanno una storia di 1.300 anni. E ancora, c’è il Monte Fuji in Giappone al quale è stata riconosciuta la sua valenza come “luogo sacro e fonte di ispirazione artistica”. In Iran si celebra il Golestan Palace e in India il complesso di fortezze del Rajasthan. Ad Agadez, nel Niger, porta del Sahara, là dove i Tuareg divennero sedentari, in un centro che sa di accampamento, svetta il minareto in mattoni di terra di ventissette metri. Buddismo, confucianesimo e taoismo si uniscono, poi, a Kaesong in Korea mentre il porto di Levuka alle Fiji richiama l’epoca coloniale e si va in Canada nella Red Bay, dove marinai baschi arrivarono nel XVI secolo. Da qui partiva l’olio di balena che illuminava le lampade in Europa, dove rimaniamo con l’università di Coimbra in Portogallo, per poi ammirare le chiese in legno fra Polonia e Ucraina, testimonianza di fede ortodossa e cattolica.
Ancor più affascinati e senza tempo i nuovi patrimoni mondiali riconosciuti tali per la loro valenza naturale. In Messico ci si perde negli oltre settecentomila ettari di El Pinacate e Gran Desierto de Altar, anche riserva Unesco per la sua biosfera. Qui solo lava e dune che raggiungono anche i duecento metri di altezza, massicci in granito, enormi crateri. Non da meno l’Etna, con i suoi almeno duemilasettecento anni di attività documentata e il suo ecosistema oggetto di studi scientifici. Dal mare della Sicilia passiamo al mare di sabbia del deserto in Namibia: 899.500 ettari. Variazioni climatiche estreme, picchi che raggiungono anche i settemila metri di altezza, più di mille ghiacciai, violenti e frequenti terremoti, rare specie animali come la pecora Marco Polo Argali, il leopardo delle nevi, lo stambecco siberiano, centosettanta fiumi e più di quattrocento laghi, valgono il riconoscimento al Parco nazionale di Tajik, in Tagikistan. Non da meno il sistema dello Xinjiang Tianshan in Cina, fra cime innevate, foreste, laghi, fiumi e canyon fino alle tempeste di sabbia del Taklimakan Desert.
Le tre estensioni sono quelle delle miniere di sale in Polonia, del Parco nazionale e delle foreste in Kenya, e del Maloti Drakensberg Tranboundary World Heritage Site a Lesotho in Sud Africa.
Per i curiosi, qui il sito dell’Unesco con le schede e le immagini dei singoli posti. Un modo per sognare.