Tango, percezione di sé ed evoluzione del Sé
La potenza del tango è fatto indiscusso… certamente, per tutte le sue implicazioni emotive e per una magia che non può spiegarsi, poiché cattura sottilmente l’anima di chi scopre il piacere di farsene sedurre. Coinvolge talmente tanto che alcuni parlano di ‘dipendenza da tango’, oppure sostiene, aiuta nell’evoluzione personale, cura. In altri termini esaspera i nostri limiti, costringendoci al muro della verità, così da farci diventare caricature infelici di noi stessi o da accarezzarci con i suoi terapeutici benefici.
Sicuramente è facile per tutti noi riscontrare che questa danza-cultura innanzi tutto ci fa lavorare sulla relazione. Dovremmo però ricordare che ogni rapporto che l’essere umano istaura risente di un altro rapporto unico e profondo. Quello con se stessi. Per essere in armonia con gli altri, dobbiamo infatti conoscerci bene, accettarci e avere un certo equilibrio.
Quando proviamo a ballare in una condizione di malessere, la testa incide sull’esito dei passi e della relazione che istauriamo con l’altro. La qualità dell’energia cambia, spesso ostacolando la naturalezza e la fluidità dei movimenti, del corpo, che, dotato di una sua reale intelligenza, saprebbe bene cosa fare, se non lo ostacolassimo con le nostre insicurezze.
Di fatto, come tante danze insegnano, la consapevolezza passa per il proprio centro. Quello che Battiato, riprendendo dalla tradizione sufi, definiva l’oggetto della sua ricerca di permanenza. Lo stesso che attivano i dervisci della danza mevleva, quando ballano facendo asse sulla propria gamba e roteando su se stessi. Il centro è questione interiore, ma noi non esistiamo senza termine di paragone, senza il prossimo, quindi, che ci rimanda sempre a chi siamo.
Allora la prima forte attinenza del lavoro interiore col tango è la coscienza di chi siamo realmente, di quanto spazio occupiamo, di come siamo fisicamente e di che carattere abbiamo. Sembrerebbe fatto scontato conoscere tutto ciò. Eppure non lo è, se consideriamo che spesso non abbiamo una percezione reale della nostra immagine. Ce lo dimostra lo specchio, in cui ci guardiamo scoprendo di noi difetti o pregi che non riconoscevamo pienamente.
Nel tango, come nella vita, il nostro specchio è l’altro, il partner di ballo, con cui condividiamo uno spazio talmente intimo da costringerci a guardare a noi stessi autenticamente. E la relazione con l’altro è obbligatoria, se volgiamo ballare tango! Ne consegue che ogni indicazione, ogni stimolo, ogni comportamento e messaggio non verbale ci provenga dal partner è una risposta a ciò che fisicamente ed energeticamente manifestiamo, per cui non è trascurabile, perché ha il potere di rimandarci chi siamo al di là della nostra convinzione.
Nel tango ci riveliamo dunque. Diamo spazio non solo alle nostre emozioni, ma al conflitto profondo tra come ci percepiamo e come siamo realmente. A questo si aggiunge il fattore discriminante di come ci percepisce chi balla con noi. In altre parole, attraverso il tango possiamo costruire un’immagine veritiera di noi stessi, del nostro copro, dello spazio e del tempo proprio grazie alla relazione obbligata con l’altro.
Il tango è quindi un progetto di relazione in cui, proprio nella necessità di condividere, troviamo una motivazione entusiasmante. La possibilità di costruire una percezione veritiera di noi stessi e di correggere distorsioni che attiviamo inconsciamente, spesso con lo scopo di proteggerci dai dolori del vivere.
E non c’è desiderio più naturale che quello di proteggersi. Ma l’eccesso di protezione diventa paralisi e ci rende impossibile nutrirci e godere del Buono e Bello. La vita, come il tango, è una danza sublime, dove a ritmi diversi corrispondono movimenti diversi e dove a melodie diverse corrispondono modi diversi di fare poesia. Non si balla tutto con lo stesso passo né con la stessa energia. Non si balla con tutti allo stesso modo. Ma al diritto di ballare corrisponde il dovere di impegnarsi a ballare bene.
Allora approfittiamo della potenza del tango e del suo insegnamento. Facciamo della nostra vita una danza. Accogliamone i tempi, i modi e le emozioni più varie. Diamo il meglio di noi e interpretiamola offrendo i nostri aspetti più autentici. Scopriremo che tutto si muove all’unisono con noi
dalla rivista El tanguero, n°14 aprile-giugno 2014
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