Lilith, la parte strega che vive in ognuno di noi

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Una delle più interessanti storie sul potere del maschile e del femminile è quella che racconta di Lilith, la donna che precedette Eva, ma che pagò caro il suo affronto al patriarcato, tanto da ricavarne la punizione peggiore: essere relegata al rango di demone per poi eclissare nelle nebbie dell’oblio, come succede per qualsiasi cosa costituisca una vergogna. Ma lei sopravvive al tempo, perché abita i luoghi più profondi della nostra psiche, lì dove si agitano le ombre, gli spettri delle nostre paure, il ricordo dell’antica potenza. La legenda di Lilith appartiene agli scritti rabbinici jahvistici, antecedenti di diversi secoli la versione biblica ufficiale. L’interesse che ne riscontro non è di tipo religioso, quanto psichico. Lei è un’energia primordiale, presente da sempre nell’inconscio dell’essere umano e probabilmente nutrita dal suo bisogno.

Così è scritto nella Genesi quando si narra della creazione della donna:

Il Signore Dio costruì la costola, che aveva tolto all’uomo, formandone una donna. Poi la condusse all’uomo.

Allora l’uomo disse: “Questa volta  è osso delle mie ossa e carne della mia carne! Costei si chiamerà donna perché dall’uomo fu tratta”  .

‘Questa volta’ è una frase che ci lascia pensare. Sì, dato che una femmina di potenza ferina vicina ad Adamo c’era già stata. Lilith appunto, che alla sua nascita aveva provocato nel compagno una reazione fortissima perché era piena di sangue e saliva. Il sangue rievoca sicuramente il miracolo delle mestruazioni, ma anche, insieme alla saliva, una sessualità naturale, istintiva e disinibita, la cui intensità poteva spaventare l’uomo, al punto da divenire oggetto di censura.

E il turbamento fa sì che Adamo tema la sua compagna, che la senta dotata di una forza incontrollabile. La loro storia glielo confermerà, ponendolo nella condizione di disconoscerla, dopo averla conosciuta carnalmente. Si amano con totalità e lei ha il potere di penetrare nella sua mente, di soddisfare il suo bisogno, di placare il suo senso di solitudine soprattutto. Insieme ai pesci e ai serpenti, l’uomo è l’unico animale che fa l’amore guardando in faccia la sua femmina. Così il primo uomo e Lilith si congiungevano nella posizione più canonica: lui sopra e lei sotto. Ma Lilith non era tranquilla. Gli chiedeva come mai dovesse sempre soggiacere a lui, pur essendogli eguale. Percepiva il peso di una legge non detta.

All’ennesimo rifiuto del suo compagno di capovolgere la posizione, sentendosi negata la parità alla base dell’armonia, invoca il nome di Dio e lascia Adamo. In quel momento l’uomo conosce la ferita dell’abbandono. Per la seconda volta il sole tramonta e l’oscurità incombe. La prima notte era arrivata il giorno prima, il venerdì o sesto giorno, quando Dio aveva creato Lilith e subito dopo i demoni. Sarà forse per questo che la donna ne sa una più del diavolo? È nata prima…

Nel buio, affranto dalla sua angoscia, l’uomo è solo con se stesso e con le sue paure. Si sente perso senza la sua metà e si rivolge a Dio raccontandogli l’accaduto in cerca di protezione e conforto. Il Padre percepisce il grave senso della trasgressione. Sfidando l’uomo, Lilith ha sfidato Dio. Nel frattempo lei si rifugia sul Mar Rosso, dove le acque attirano demoni e spiriti crudeli. Con loro si accoppia ripetutamente e bestemmia il nome del Padre. Allora una schiera di Angeli la raggiunge e le chiede di ritornare dal suo compagno, ma lei sa che non è più possibile tornare indietro dopo ciò che ha vissuto. Gli Angeli insistono e le dicono che se non torna indietro conoscerà la morte.

Lilith, però, pienamente consapevole del suo ruolo e del destino ingrato che Dio le ha dato, sa che non morirà fisicamente. Non rinnegherà la sua scelta e ne pagherà le terrificanti conseguenze.

Accoppiandosi con i diavoli generava cento demoni al giorno, chiamati Lillim, un nome vicino a Lilith, che deriva dal sumerico Lil e  significa “folle” oppure “stolto”. I piccoli demoni venneroo uccisi dalla mano implacabile di Jahvé D. A questo si oppone la vendetta di Lilith. Essa stessa infierisce sui propri figli, oppure,  si di notte si aggira per ogni contrada a strangolare i bambini nelle case o sorprende nel sonno gli uomini coinvolgendoli in mortali amplessi.

La storia di Lilith è una storia di amore mancato e di inevitabile morte. L’ amore (dal francese trobadorico ‘a-mort’ ‘senza morte’), che si dimostra prima di altro verso se stessi, preserva lo spirito da qualsiasi inaridimento e lo nutre di entusiasmo continuo. Lilith è la madre di tutte le streghe, ma è una strega che fallisce, perché non porta a termine il compito che le appartiene per natura: la trasformazione. La strega è infatti quella parte di noi che sa discendere negli inferi per ricontattare tutto ciò che nascondiamo nello sgabuzzino interiore e riportargli la luce. Non riuscendo a compiere la magia per cui è nata, la prima donna è destinata a confondersi tra i demoni e ad abitare negli incubi e nelle paure degli esseri umani. È talmente identificata con il suo ruolo, che non trova spiragli. Assume le sembianze spaventose di un femminile vampiresco, ma chi vuole scorgere oltre, può percepire la sua natura malinconica, la nostalgia di una regina che ha perso il suo regno e i privilegi del suo rango.

Se Adamo è la rappresentazione dell’animus, Lilith è anima, quel femminile primordiale profondamente legato alla terra e al corpo. È la potenza cui l’ordine e il rigore del maschile danno la possibilità di concretizzarsi in atto, ma quando non si canalizza in una sana realizzazione, la sua forza diventa distruttiva e travolge tutto, prima di tutto se stessa. Lilith percepisce che l’idea di uguaglianza è lontana, si ribella alla legge del Padre e alla sua autorità, ma la sua rivolta diventa l’inevitabile conferma dell’ordine vigente. Si ritrova, cioè, ad accettare il destino che era stato scelto per lei e, vittima del suo stesso pregiudizio, si confina nel buio, rifiutando di confrontarsi con l’altra parte di sé che Adamo e il Padre rappresentano. All’inferno trascina la carnalità che le è propria e per la Bibbia da allora in poi quello è il posto che merita chiunque viva le sue passioni. E non è forse inferno il giudizio del prossimo? O, peggio, quel rimprovero continuo che viene da noi stesse e che sentiamo ripetersi incessantemente nella nostra testa? Non c’è inferno peggiore di quel senso di inadeguatezza che ci dà il sentore di essere sbagliate rispetto agli altri, alle regole sociali, all’ideale cui aspiriamo. Passiamo la vita a cercare di affrancarci da questa spiacevole sensazione e di aumentare la nostra auto-stima per riconquistare quello che ci apparterrebbe per natura.

Allora qual è il percorso che possa portare la nostra personale Lilith al riscatto? Riconoscere che il Padre non è solo l’autorità esterna, ma lo specchio di quella parte di noi che dobbiamo integrare per acquisire la possibilità di dare ordine e direzione alla nostra esistenza. Quando il padre interiore ci indica serenamente punti fermi, la bambina che vive in noi si sente protetta e acquista sicurezza. Questo la libera dal giogo esterno dell’autorità, dal bisogno di trovare persone e relazioni da cui dipendere, poiché la rende consapevole di sé e del proprio potere di gestirsi. Quindi l’autorità tramonta e lascia il posto all’autorevolezza.

Lilith ha un gran coraggio. Vuole conoscere, pur sapendo che aprire gli occhi le comporterà sofferenza. Per questo al cospetto di Dio diventa un demone, affatto diversa da Asmodeo, il serpente che ha tentato Eva e che nella Genesi è descritto come la fiera più astuta che il Signore aveva creato , secondo la tradizione suo figlio. Eva è la versione edulcorata di Lilith, ma, nonostante ciò, anche lei trasgredisce per il desiderio di conoscenza, facendosi guidare dalla serpe ,che le spiega come mordere la mela non comporterà la morte.

La trasgressione di Eva comporta ugualmente la punizione del Padre. Una punizione atroce, poiché genererà nella donna l’avversione per il serpente, ovvero per quell’energia libera, terrena e oracolare in cui risiede gran parte del suo potere. Così nella Genesi  ( III, 4- 5) il Signore maledirà il serpente:

“Ed io porrò una ostilità tra te e la donna

e tra il lignaggio tuo ed il lignaggio di lei:

esso ti schiaccerà la testa

e tu lo assalirai al tallone ”.

Di conseguenza, quando la donna avrà perso un buon contatto con la sua parte serpente, non vivrà più in maniera serena il rapporto col suo corpo, con ciò che è naturale, con il maschile. Rotta l’armonia, la mente prevarrà su emozioni e istinto. Infatti, a Eva il Padre dice:

“Farò numerose assai

Le tue sofferenze e le tue gravidanze,

con doglie dovrai partorire figliuoli.

Verso tuo marito ti spingerà la tua passione,

ma egli vorrà dominare su te ”.

C’è senz’altro un motivo se Lilith supera anche il limite dello spazio tempo e arriva ai nostri giorni nei timori, nei non detti, nei desideri, nelle fantasie di donne e uomini che vivono al limite tra questa dimensione e altre. Chi semplicemente ha una sensibilità accesa, prima o poi, la incontra, che sia nell’immaginazione o tra le pagine di un libro, che sia nello sguardo o nel sorriso enigmatico di una donna che ne porta in corpo un frammento. Lilith è un passaggio obbligatorio. Appartiene a tutti e non è di nessuno, perché il più grande limite, come la sua più fine qualità, è proprio la sua natura autonoma, non assoggettabile. Per chi ha deciso di vivere con lei, il percorso è impervio. Si tratta di non cedere mai alla sua natura avvincente, perché ciò costituirebbe la dispersione, il perdersi totalmente nella nube. Amare Lilith non è possibile. Occorre stare in relazione con lei come fa la donna con il leone nell’arcano maggiore che rappresenta la forza. Lilith costituisce la possibilità del bilanciamento, se la si rispetta come polarità. Se altrimenti ci si identifica con lei per via della forte fascinazione che esercita, il risultato è l’auto-distruzione.

Eppure c’è qualcosa di più antico di questa sua natura demonica e parossistica. Lilith è la madre degli uomini, la vedova inconsolabile che si è sentita deprivata del suo rango. È la possibilità di trovare la forza in sé partendo da una ribellione, da uno strappo, che rompe l’ambiente protetto, ci fa uscire dal nido e ci butta in pasto al mondo perdendo un’innocenza, di cui lei ancora oggi prova nostalgia. Se la guardi con gli occhi dell’inferno, lei è il demonio, ma se la percepisci con la parte più antica di te, quella originaria, lei è la natura inconsolabile dell’umanità che ha perduto l’integrità, cancellando la fiducia in sé e in quella matrice divina che ci rende unici eppure parte del Tutto.

Vivere meccanicamente, in maniera automatica e materialista, ci tramuta in facile preda al suo appetito. Lilith è la nube che riassorbe il pulviscolo, ovvero la gente senza identità che serve solo a essere una quantità nell’universo, secondo la sua implacabile fame di giustizia o di vendetta, che pensar si voglia. ESSERE è invece il riscatto, ciò che la rende rispettosa e ferma, ovvero è la chiave che può isolarla per un istante e renderla visibile, quasi umana.

Perché umana non è, ma l’umanità è il suo ricordo, la reminiscenza della sua origine, poiché spesso gli occultisti dimenticano che, a differenza di altri Enti, lei una volta, in un tempo remoto e non definibile, è nata.

NB

l’articolo rimanda ai libri Viaggio nelle energie del femminile di Zuleika Fusco e Lilith di Mauro d’Angelo

 

Comments (15)

  1. starchild

    Febbraio 17, 2013 at 16:32

    A me risulta sfiancante convivere con questa energia…creando un’immagine è una presenza appollaiata sulla mia spalla…non è mai soddisfatta, non ne ha mai abbastanza…sto provando ad approcciarmi a lei chiedendole di cosa ha paura e come posso aiutarla, come potrei lavorarci sù più incisivamente? Grazie!

    • Zuleika Fusco

      Febbraio 18, 2013 at 9:34

      mi veniva in mente che non sia lei ad avere paura, ma probabilmente tu ella sua natura. chiediti cosa giudichi in lei e quindi per quale caratteristica la temi. quali conseguenza temi possa comportare portarla apertamente nella vita? ti accorgerai che lei è appollaiata perchè approfitta dei tuoi dubbi, dei tuoi timori, ma anche perchè presidia il territorio, sapendo che in qualche modo vorresti metterla da parte 🙂
      buon lavoro e buona Lilith, cara Starchild

  2. Barbara Righini

    Febbraio 17, 2013 at 19:20

    Meraviglioso, Zuleika, grazie davvero. Un sacco di spunti che sento illuminanti.

    • Zuleika Fusco

      Febbraio 18, 2013 at 9:31

      Grazie di cuore, Barbara bella, in effetti spero dia spunti su una energia che sottovalutiamo molto e che soprattutto spesso conosciamo solo parzialmente, accettando solo per un aspetto, qualunque esso sia 🙂 ti abbraccio

  3. Loredana Spro e Giorgio Caizzi

    Febbraio 18, 2013 at 9:37

    Ti ringrazio Zuleika , comincio a comprendere, riconosco in me questa energia e quello che dici apre uno spiraglio nel timore di guardarla e vederne anche le risorse. Lilith possiede una grande forza e una grande dignità.

    • Zuleika Fusco

      Febbraio 18, 2013 at 11:22

      grazie a te, Lori carissima 🙂 bisogna onorare e rispettare una regina e accudirla nella sua sensazione di essere stata spodestata. bisogna ricordare cioè il nostro potere, per gestirlo eticamente ed essere, come dici tu, dignitose 😉
      un abbraccio di cuore

  4. Annamaria D'Eusanio

    Febbraio 18, 2013 at 12:52

    Cara Zuleika, è incredibile come certi concetti sentiti, ribaditi, che si credevano più o meno assimilati tanto da essere trasmessi anche ad altri, ti danno all’improvviso l’esatta sensazione che solo in quel momento ti sono veramente chiari, e solo da quella lettura (una diversa concatenazione di parole??) potrai farli finalmente tuoi ed applicarli concretamente nella vita:

    ” Riconoscere che il Padre non è solo l’autorità esterna, ma lo specchio di quella parte di noi che dobbiamo integrare per acquisire la possibilità di dare ordine e direzione alla nostra esistenza. Quando il padre interiore ci indica serenamente punti fermi, la bambina che vive in noi si sente protetta e acquista sicurezza. Questo la libera dal giogo esterno dell’autorità, dal bisogno di trovare persone e relazioni da cui dipendere, poiché la rende consapevole di sé e del proprio potere di gestirsi.”

    Fantasticamente meraviglioso. Grazie centomila!

    • Zuleika Fusco

      Febbraio 18, 2013 at 16:37

      carissima Annamaria, è che, al di là della parte razionale, la nostra interiorità ha i suoi tempi 😉 onore e rispetto a ciò che instancabilmente lavora in noi, onore e rispetto a quel semino che diventa fiore al momento opportuno. se anche solo oggi ne avvertiamo il profumo, dobbiamo ringraziare il suo crescere piano piano e silenziosamente ^_^
      ti abbraccio forte

      • Federica Diani

        Febbraio 19, 2013 at 0:17

        ….”C’è senz’altro un motivo se Lilith supera anche il limite dello spazio tempo e arriva ai nostri giorni nei timori, nei non detti, nei desideri, nelle fantasie di donne e uomini che vivono al limite tra questa dimensione e altre. Chi semplicemente ha una sensibilità accesa, prima o poi, la incontra, che sia nell’immaginazione o tra le pagine di un libro, che sia nello sguardo o nel sorriso enigmatico di una donna che ne porta in corpo un frammento. Lilith è un passaggio obbligatorio. Appartiene a tutti e non è di nessuno, perché il più grande limite, come la sua più fine qualità, è proprio la sua natura autonoma, non assoggettabile. Per chi ha deciso di vivere con lei, il percorso è impervio. Si tratta di non cedere mai alla sua natura avvincente, perché ciò costituirebbe la dispersione, il perdersi totalmente nella nube. Amare Lilith non è possibile. Occorre stare in relazione con lei come fa la donna con il leone nell’arcano maggiore che rappresenta la forza. Lilith costituisce la possibilità del bilanciamento, se la si rispetta come polarità….”
        Credo sia un’energia veramente speciale e molto importante, verso la quale portare un profondo rispetto oltre ad una sentita umiltà nel rivolgercisi e nel cercare di contattarla.
        Ogni volta che tratti questo argomento, nel leggere o nel sentire le tue parole avverto un dolore profondo in me, e sento quella rabbia, ma allo stesso tempo quella potente forza che a volte come un colpo di coda aiuta a risvegliarTI.
        …”All’inferno trascina la carnalità che le è propria e per la Bibbia da allora in poi quello è il posto che merita chiunque viva le sue passioni. E non è forse inferno il giudizio del prossimo? O, peggio, quel rimprovero continuo che viene da noi stesse e che sentiamo ripetersi incessantemente nella nostra testa? Non c’è inferno peggiore di quel senso di inadeguatezza che ci dà il sentore di essere sbagliate rispetto agli altri, alle regole sociali, all’ideale cui aspiriamo. Passiamo la vita a cercare di affrancarci da questa spiacevole sensazione e di aumentare la nostra auto-stima per riconquistare quello che ci apparterrebbe per natura….”.
        Grazie Zuleika, è importante conoscere e riconoscere questa energia ed è molto interessante avere la possibilità di approfondirla.

        • Zuleika Fusco

          Febbraio 19, 2013 at 8:15

          è proprio quel senso di rabbia e dolore che dobbiamo accogliere e trasformare, Fede cara… in quella grinta e quella autonomia dal giudizio che ci consentono di assaporare la vita senza produrci ferite dilanianti, senza sfide, ma con amore e nel rispetto delle regole che riconosciamo valide prima di tutto dentro di noi. la parte evoluta di Lilith è senz’altro l’affrancamento dalla nostalgia struggente, che può tramutarsi in anelito a realizzare se stessi, a pensare che la casa da ritrovare siamo noi 🙂
          un bacio dolce, stella. grazie

  5. LAURA SALDARI

    Febbraio 22, 2013 at 14:30

    Hai dato un nome a ciò che non conoscevo smorzando sia la fascinazione che la paura nei confronti di questa energia che bolle dentro ; straordinaria e illuminante come sempre , grazie Zuleika .

    • Zuleika Fusco

      Febbraio 22, 2013 at 15:56

      Grazie di <3, Laura. mantenere la giusta distanza per vedere in maniera lucida, vivere ogni emozione senza che ci irretisca 😉 continuiamo a camminare insieme 🙂 un abbraccio grande

  6. lorella

    Marzo 6, 2013 at 13:42

    Rileggo ora, con lucidità…Quanto conforto da queste parole, che danno una direzione ai miei pensieri e alle mie emozioni… E’ il conforto che viene dalla comprensione di noi stessi, dal senso delle cose. Avevo sognato un terremoto tempo fa, una parte di me, quella della razionalità, che cedeva ma senza distruggere l’insieme. C’era una forza che spingeva per venire fuori, forse oggi la riconosco. Grazie Zuleika, davvero di cuore.

    • Zuleika Fusco

      Marzo 6, 2013 at 17:18

      grazie a te, carissima, epr le parole che scrivi, ma soprattutto per l’instancabile volontà di guardarsi dentro. distruggere spesso è un modo per interrompere ciò che è insano o è stagnante col fine di purificare e ripartire. come facevano i contadini quando bruciavano il loro terreno aspettando che fosse nuovamente pronto alla semina. ti abbraccio col cuore

  7. economo Zelante

    Febbraio 6, 2019 at 0:56

    ho scritto sulle streghe una tesi bellissima, e ho anche accennato a Lilith quando chiede perchè io non posso stare sopra” E questo perchè io non posso stare sopra è una domanda che mi ha accompagnato tutta la vita. Della strega ho fatto un excursus storico dalla “grande madre terra” passando per la “signora del buon gioco” e così via. Argomento che mi è sempre piaciuto e interessato. Ma io continuo a dire speriamo che sia femmina.

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