I nuovi luoghi patrimonio dell’umanità

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C’è Efeso in Turchia con quello che era il Tempio di Artemide, una delle sette meraviglie del mondo. E, ancora in Turchia, la Fortezza di Diyarbakir e i giardini di Hevsel, nell’area della Mezzaluna Fertile. E c’è anche l’acquedotto di Padre Tembleque in Messico, che ricorda un po’ le edificazioni romane ma fu costruito grazie al lavoro degli indigeni. Sono alcuni esempi dei ventisette nuovi posti del mondo che secondo l’Unesco, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, sono da quest’anno patrimonio dell’umanità.

Ecco quindi, in Francia, le aree della Borgogna e della regione di Champagne o il ponte ferroviario di Fort Bridge, del 1890, sull’estuario del Forth River in Scozia fino alle necropoli del secondo secolo a. C. nel Beit She’arim National Park in Israele. Non mancano posti già inclusi nella lista ma ora estesi come la Regione floristica del Capo in Sudafrica e il Cammino di Santiago di Compostela in Spagna.

L’Italia, poi, che già apre la classifica come nazione al mondo con più posti patrimonio dell’umanità, aggiunge la Palermo arabo normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale. Il viaggio può continuare con l’arte rupestre nella zona di Ha’il in Arabia Saudita, il Monte Burhan Haldun in Mongolia o il paesaggio di Fray Bentos in Uruguay dove nel 1859 sorsero le abitazioni operaie fino ai siti che raccontano l’industrializzazione in Giappone e gli edifici intorno al porto di Amburgo.

Ci sono, ancora, la Danimarca e il Vietnam, Singapore e la Giordania, fino alla Cina, agli Stati Uniti con le missioni cattoliche di San Antonio in Texas e la Repubblica di Corea. Passando per le Blue and John Crow Mountains in Giamaica dove ci si nascondeva per sfuggire alla schiavitù e l’Iran dei pastori semi-nomadi nel Maymand e la zona archeologica di Susa.

(Nella foto: arte rupestre nella provincia di Ha’il, Arabia Saudita, CC; l’elenco completo dei nuovi posti iscritti è qui)

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