La volta scorsa abbiamo fatto un piccolo giro d’Italia alla scoperta dei luoghi abbandonati più belli della Penisola. Ora allarghiamo lo sguardo e – sempre seguendo la lista stilata dal portale americano BuzzFeed – ci dedichiamo al giro del mondo fra deserto, monasteri, foreste, mari, laghi e montagne, nonché distillerie e fortezze, dove la natura ha riconquistato ciò che l’uomo ha costruito e poi abbandonato.
Dicendo del Vallone dei Mulini a Sorrento (Na) – nell’elenco appunto dei luoghi abbandonati più belli d’Italia – era scattato il parallelismo con il sito archeologico di Angkor Wat in Cambogia (almeno per quanto riguarda la potenza della natura nel riprendere il suo posto di sempre). Ecco, lo stesso sito è fra i posti suggeriti, nonché meta di turisti e viaggiatori. Come lo è la città fantasma di Kolmanskop, nel deserto della Namibia costruita agli inizi del 1900 seguendo la febbre dei cercatori di diamanti. Posto singolare dove le tempeste di sabbia avvolgono la case costruite a suo tempo in stile tedesco.
Rimanendo in tema di città fantasma c’è Pripyat in Ucraina ma qui c’è davvero nulla da vedere, essendo stata abbandonata a seguito di Chernobyl. A bilanciare la desolazione c’è il cosiddetto Tunnel dell’Amore, sempre in Ucraina, nella città di Klevan: il passaggio continuo del treno ha modellato i rami degli alberi che nel tempo hanno formato, appunto, un tunnel verde. Più inquietante il parco divertimenti in stile Disneyland nella periferia di Pechino, mai finito, del quale ci sono solo gli scheletri delle costruzioni.
Per tornare a godere della natura c’è da andare in Germania, in un rifugio abbandonato su un lago del Parco nazionale Berchtesgaden o a vedere le case, sempre abbandonate, su Holland Island nel Maryland, in America, o percorrere la Kerry Way in Irlanda: 214 chilometri di sentiero ad anello. O ancora nell’isola di Barbados dove c’è una distilleria di rum abbandonata e… ricoperta di verde.
L’elenco dei luoghi abbandonati da vedere in giro per il mondo è lungo e fra la pista da bob costruita per i Giochi olimpici invernali a Sarajevo nel 1984, una fabbrica militare russa, la possente colata di cemento per la Casa del partito comunista bulgaro, sceglierei il Kalavantin Durg in India, fortezza a più di duemila metri di altezza raggiungibile attraverso scalini scavati nella roccia o l’Hotel del Salto in Colombia, a strapiombo sulla valle del Tequendama (che, facendo un parallelismo cinematografico, ricorda un po’ la scena finale di “Dal tramonto all’alba” di Robert Rodríguez, con George Clooney, Quentin Tarantino, Harvey Keitel e Juliette Lewis).
Poi, secondo la lista, ci sarebbero l’aereo atterrato in emergenza nell’Antartide nel 1970 e ancora lì, la Michigan Central Station a Detroit o delle case a cupola sul mare della Florida e tanti altri posti, come elencato qui.
Potendo scegliere, anche qui, farei un passaggio in Inghilterra ai Maunsell Forts, torri fortificate costruite agli estuari del Tamigi e del Mersey durante la seconda Guerra mondiale. Niente di eccitante alla vista, ferro e pali arrugginiti. Più interessante il loro riutilizzo a metà del 1960 come sedi di radio pirata. Un po’ come “I Love Radio Rock – The Boat That Rocked” film del 2009 scritto e diretto da Richard Curtis. Visto? Non potendo spostarsi o non essendo di gradimento le destinazioni indicate, è un’ottima idea per fare un viaggio nella musica ascoltando classiconi intramontabili.
(Nella foto: la città fantasma di Kolmanskop, in Namibia).