GELOSIA, FEDELTA’, FIDUCIA. I tormenti del cuore

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Caro lettore,

Sei geloso, sei possessivo nei confronti di chi ami? La vita spesso ci porta a confrontarci con situazioni difficili da sostenere emotivamente, soprattutto nell’ambito della nostra sfera affettiva. In effetti, quando amiamo, cresciamo per tanti aspetti, ma per un verso diventiamo più bambini e vulnerabili. Nella paura di perdere l’altro. Così ci ritroviamo a sentire il peso di emozioni dilanianti, che ci infliggono pene e timori e che ci spingono a comportamenti pesanti verso l’altro. Cominciamo a giudicare e viviamo nell’incubo che qualcosa stia sfuggendo al nostro controllo.

Ma qual è la vera causa della gelosia, oltre le apparenze?

La gelosia non ha realmente a che fare con la persona che è oggetto delle nostre emozioni. Riguarda piuttosto quel senso di precarietà e di perdita, che abbiamo avvertito in alcuni momenti della nostra infanzia e che non abbiamo elaborato. L’adulto che siamo oggi torna a risentire di quelle ferite soprattutto quando vive una relazione intima ed egoisticamente punta i piedi, perché vorrebbe che fosse l’altro a riempire quei vuoti provati e a darci sicurezza.

Ma la sicurezza nasce dalla personale autostima. Dalla capacità di essere buon genitore di noi stessi e dalla volontà di accudirci indipendentemente dal prossimo. Stiamo serenamente in una relazione, quando comprendiamo che la nostra tranquillità non può dipendere dalla persona amata, tanto meno dalla garanzia utopistica e insana che ci appartenga. Quando il volume della gelosia che percepiamo è alto, scopriamo di essere ancora bambini vincolati all’amore di quel genitore che inseguiamo, dominati dalla paura che ci abbandoni, che ci tradisca o ci rifiuti. In altri termini la nostra gelosia supera i limiti allorché manchiamo di autonomia e proiettiamo sull’altro i nostri fantasmi, diventando giudicanti, rimproveranti, controllanti nei suoi confronti.

Ma dovremmo anche considerare che la fedeltà non è una legge. È un sentire che può o meno essere condiviso. È una scelta interiore. Pertanto possiamo offrirla, ma non possiamo pretenderla dal nostro partner.  E dovremmo chiederci da dove nasce il nostro bisogno di viverla. Se dall’amore che ci spinge unicamente nella direzione dell’amato, da un coinvolgimento totale, o dalle vulnerabilità cui abbiamo fatto riferimento, perché allora è solo un modo di esercitare un controllo, di crearci l’illusione di vivere un rapporto blindato e di poter tirare un sospiro di sollievo…

Amare veramente implica infatti dedizione e generosità. Non è per tutti, ma per chi sa essere autonomo e svincolarsi dai dettami dei propri egoistici bisogni. Dovrebbe partire dal presupposto di donarsi e donarsi al meglio, non di avere. Nella coppia l’amore deve trovare una sua forma di essere nella quotidianità. Pertanto se amiamo, cerchiamo un punto di mediazione tra noi e l’amato, un accordo che ci faccia stare bene entrambi, godendo della reciproca presenza e della complicità. In amore quindi possiamo chiedere, ma non pretendere. Qualora la gelosia ci inducesse a dare per scontata la presenza totale dell’altro e la sua dedizione, staremmo violando la sua libertà. Chi ama lascia andare. Non impone, non trattiene. E quando soffre per una condizione non condivisa, può sempre scegliere di rinunciare, di porre fine.

La paura che l’altro ci inganni o ci abbandoni diventa quindi la negazione dell’amore e dei sani sentimenti. Inibisce la fiducia e l’intimità. Se siamo molto gelosi, stiamo giudicando chi abbiamo accanto, avvertendolo come un nemico, mentre dovrebbe essere il nostro complice. Fiducia è quindi la chiave, l’investimento che sarebbe opportuno fare perché una relazione evolva.  Crea il presupposto all’autenticità e ci aiuta a restare nel rapporto con serenità, lasciando che a gestire il dialogo e l’accordo siano le reciproche parti adulte. Pertanto nella fiducia che avvertiamo, lasciamo all’amato la responsabilità dei suoi comportamenti nei nostri confronti e a noi la possibilità della scelta di accettare o no, ma soprattutto ci impegneremo insieme nel cercare un punto di mediazione che rispetti la nostra volontà di condividere, il piacere e la qualità dello scambio. Convivenza significa infatti venirsi incontro nelle piccole e grandi cose del quotidiano per poter continuare a godere della reciproca presenza. È certamente un superamento dell’egoismo, non un obbligo, ma l’esercizio di una volontà cosciente

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