Ciao, sono Zuleika
Counselor, Scrittrice, Formatrice
La vie sourit toujours a ceux qui lui font confiance
(A. de Saint-Exupéry)
Ho da sempre considerato la vita un dono e negli anni ho imparato la pratica della gratitudine. Non solo un sentimento, ma uno stile di vita, visto che spesso diamo per scontato ciò che è prezioso semplicemente perché lo abbiamo. Invece sento prioritaria l’importanza dell’apprezzare, partendo dalle piccole cose del quotidiano, per poi restituire, cioè reinvestire buone energie attraverso “buoni pensieri, buone parole, buone azioni”, come insegnava Zarathustra.
Avevo desiderio di dedicare la mia vita all’esplorazione della psiche e dell’esistenza. Avvertivo la necessità di esprimere un potenziale creativo. Ho scelto quindi di rendere tutto ciò il mio lavoro, per non produrre separazione tra le mie attività quotidiane e gli interessi più profondi. Pertanto ho abbracciato il counseling, un approccio professionale di sostegno alla persona nei suoi momenti di difficoltà e nel suo intento di potenziamento delle risorse comunicativo-relazionali. Ed ancora oggi percepisco la soddisfazione e il privilegio di poter penetrare simultaneamente in una moltitudine di esperienze attraverso le persone che richiedono la mia consulenza e che diventano specchi in cui rintraccio una parte di me che si muove nel mondo.
La natura umana mi incanta. Con i suoi disagi, le contraddizioni e l’infinito potenziale. Ogni volta mi lascia una sensazione di meraviglia il potere della volontà, che sposta sempre un po’ più in là il paletto dei limiti, allarga i confini, soprattutto quando si pone a servizio dell’ispirazione e diventa il mezzo per realizzare i sogni. Questo per me il punto cruciale. Sogni e ispirazioni non sono materiale evanescente, ma la base concreta su cui costruire le fondamenta della propria vita, cui fare riferimento per comprendere la propria direzione. E negli anni ho potuto osservare quanto poco le persone credano nel proprio sentire, nell’intuito, negandosi la possibilità di realizzare se stessi o la propria felicità.
Per questo dedico la vita personale e professionale all’esercizio della fiducia, orientando l’altro a riscoprirla in sé e contemporaneamente nutrendola in me stessa. La fiducia per me è un rapporto di confidenza con la vita, un dialogo intimo in cui sentirsi protagonista e sapere che possiamo investire la nostra parte, traendone giovamento. È un’apertura di cuore verso l’evoluzione, sostenuta dalla pratica di un pensiero costruttivo, soprattutto nei momenti complessi. Quelli in cui dolore e paura ci spingerebbero a chiuderci e a diventare diffidenti con l’illusoria convinzione di proteggerci.
Così anche il prossimo merita la nostra fiducia, come ci ricordano gli Indiani, quando, giungendo le mani all’altezza del petto, lo salutano col loro namasté. Un gesto simbolico che significa “mi inchino alle qualità divine che sono in te” e sottintende “perché riconoscendole sono le mie”. E questa è la vita che amo, che mi commuove profondamente… quella che non dà per scontato che sia vero solo ciò che tocco o vedo, ma riconosce importante il sottile, le connessioni energetiche, le trame dell’anima, il valore del silenzio, il pieno dei vuoti. Quella permeata di intensità e leggerezza, che mi ricorda ogni istante la scintilla divina che accomuna me e l’altro, gli animali e la natura in un senso di unità.
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