Cari amici, quante volte amiamo pur di essere riamati? Quante volte ci facciamo andare bene situazioni insane o semplicemente ciò che è più lontano da noi pur di non stare da soli? Quante volte la sicurezza di avere una relazione stabile sormonta il bisogno di essere appagati, di cercare la felicità, di vivere con entusiasmo la vita? Allora il corpo paga il prezzo del compromesso, cercando una forma che esprima in maniera simbolica tutto il nostro disagio. Il nostro livello di energia si abbassa paurosamente e il senso soffocante di solidità, che in un primo momento ci confortava, diventa il succedaneo di un’intimità che non c’è più.
Bisognerebbe fermarsi e chiedersi quale sia stato il momento in cui abbiamo rinunciato a cercare la nostra felicità. In altri termini, quando abbiamo pensato che una strategia idonea alla sopravvivenza sarebbe stata la stabilità, che per sua stessa definizione, comporta che tutto stia fermo.
La paura di crescere e di trasformare, soprattutto la paura della perdita, intimano in noi l’esigenza di preservare l’ordine vigente delle cose, anche quando non ci piacciono. Tendiamo a conservare, piuttosto che a muoverci, ma la vita è prima di tutto un flusso. Basta guardarci un po’ attorno, osservare la natura per comprendere che vitalità comporta movimento e trasformazione.
Quando rinunciamo a tutto ciò a vantaggio della permanenza, la nostra parte bambina si ritira dalla relazione, perché la trova noiosa, e porta via con sé la voglia di giocare, l’entusiasmo. Viene a mancare quella complicità che ci rende compagni di leggerezze ma anche di confidenze, quell’ambiente protetto che ci consentiva autenticità, la possibilità di essere veramente noi stessi.
Bisogna a questo punto interrogarsi con sincerità e verificare se ci interessa ancora la relazione che stiamo vivendo. Chiedersi soprattutto se le motivazioni sono sufficienti a pensare di andare avanti, se sono costruttive. Quando ci sentiamo spenti dinnanzi all’altro, dovremmo avere il coraggio di considerare l’idea della separazione, per rispetto di noi stessi e del partner. Non tutti i rapporti sono per sempre infatti. A volte ci si accompagna per un periodo, condividendo un percorso importante, ma dovremmo sapere che può volgere al termine. Non è certo scontato il saper crescere insieme e diventa in questo caso onorevole lasciarsi con dignità, mantenendo integra una stima reciproca, prima che nella nostra percezione l’insofferenza tramuti chi abbiamo amato nel nostro nemico.
In altri casi la crisi aiuta a darci uno stop, ci costringe ad una pausa di riflessione che ci fa scoprire quanto il nostro partner sia ancora importante per noi. In questa sorta di bilancio interiore abbiamo possibilità di rintracciare cosa manca, ma anche quali siano le risorse del rapporto. Ci si apre allora la splendida opportunità di lavorare per ricominciare a trovare il desiderio di camminare insieme. Sì. A volte è possibile riprendere un dialogo importante, ristabilire una complicità, riscoprirsi.
Succede quando il nostro malessere deriva da problemi di comunicazione, da una non riconosciuta paura dell’altro, inducendoci a vivere un senso di inadeguatezza, che può essere affrontata e risolta. Spesso capita proprio quando amiamo davvero e il nostro partner diventa così importante per noi da muoverci inconsciamente a nascondere alcuni nostri lati, alcuni bisogni.
Se ci rendiamo conto che il rapporto è fatto di non-detti, che è stato vissuto solo in parte e che i sentimenti non sono intaccati, possiamo provare a ricominciare. Ricominciare dal più semplice gesto, quello di prendersi un tempo per guardarsi lungamente negli occhi.
Serve a riconoscersi profondamente, avendo il coraggio di accettare ciò che si è trasformato, ma anche di vedere con nuova curiosità, senza preconcetti, il nostro compagno per scoprire chi è oggi.
Serve a ristabilire una connessione, l’intento di sentirsi e di ricreare un’intimità.
A volte, cari amici, è possibile …
Comments (6)
ileana
Maggio 22, 2014 at 11:19Grazie Zuleika sei sempre così presente nella mia vita con le tue frasi, i tuoi pensieri che mi scavano all’interno, che mi fanno riflettere.
Zuleika Fusco
Maggio 22, 2014 at 13:27carissima Ileana, grazie di cuore per le tue parole e lieta davvero di poter dare un piccolo spunto di riflessione. è bello poter condividere, compartire stati d’animo ed esperienze! ci sono e con gran piacere!
giukia
Maggio 23, 2014 at 14:55Grazie per questo articolo ricco di suggerimenti essenziali,che vanno dritti al cuore del problema. Qualche anno fa mio marito ed io abbiamo attraversato un periodo critico e la difficoltà maggiore era la nostra incapacità nel saper litigare e spesso uscivamo fuori dal “qui ed ora”, proprio dovuto ai molteplici “non detto” fatti per quieto vivere, per non intaccare ognuno la propria zona di comfort, poi il giorno di ferragosto in mezzo al onde del mare mentre con alcuni amici giocavamo in acqua ho perso l’anello nuziale, questo per me è stato un segnale, anzi una vera scossa e a quel punto piano piano, abbiamo ricominciato come hai scritto tu a guardarci negli occhi e a prenderci delle pause nostre per ristabilire una connessione, c’è voluto coraggio e pazienza, ora il rapporto è più forte, ma l’equilibrio si raggiunge meglio ad ogni pedalata, se non si pedala, si è costretti a scendere dalla bicicletta. Avrei voluto conoscerti prima Zuleika, forse avreimmo pedalato conoscendo meglio la strada da percorrere. Un abbraccio Giukia
Zuleika Fusco
Giugno 5, 2014 at 12:00cara Giukia, grazie per le tue parole. fortunatamente la vita ci offre grandi possibilità di crescita e di percorso. sarà un immenso piacere camminare insieme 🙂 un abbraccio
Paola
Maggio 31, 2014 at 12:43Grazie per le sue parole , sono sempre ottimi spunti di riflessione.
Zuleika Fusco
Giugno 5, 2014 at 11:58Grazie a lei, cara Paola, per la sua testimonianza. sempre benvenuta. buon tutto 🙂